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CAST STELLARE PER IL GRINTA |
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Mattie Ross (STEINFELD) arriva a Fort Smith, unica rappresentante della propria famiglia, in cerca del codardo Tom Chaney (BROLIN), che si dice abbia ucciso suo padre in cambio di due pezzi d’oro, prima di fuggire in Territorio Indiano, facendo perdere le sue tracce. Determinata ad inseguire Chaney per vederlo un giorno impiccato, Mattie chiede aiuto ad uno dei più spietati sceriffi della città, l’ubriacone dal grilletto facile Rooster Cogburn (BRIDGES), che, dopo aver rifiutato più volte, alla fine accetta di aiutare Mattie a trovare Chaney. Ma Chaney è già inseguito dal ciarliero Texas Ranger LaBoeuf (DAMON), che dà la caccia al killer per riportarlo in Texas e riscuotere la grossa taglia che pende sulla sua testa. Circostanza che porta il trio ad incontrarsi lungo la strada. Determinati e testardi, ciascuno guidato da un suo codice morale particolare, formano un ensamble improbabile che cavalca verso un futuro imprevedibile avvolto nella leggenda e fatto di errori e brutalità, di coraggio e delusioni, accanimento e purissimo amore. |
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La squadra dei realizzatori tecnici del film è composta da collaboratori dei Coen di vecchia data tra i quali spiccano il direttore della fotografia candidato all’Oscar Roger Deakins (L’uomo che non c’era, Fratello, dove sei?), lo scenografo Jess Gonchor (Truman Capote: a sangue freddo, Non è un paese per vecchi) e la costumista Mary Zophres (Prova a prendermi, Fratello, dove sei?). Il montaggio del film è di Roderick Jaynes e le musiche sono di Carter Burwell. |
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Nel 1968, il Saturday Evening Post pubblicò un romanzo a puntate che appassionò i suoi lettori con una storia che, fu subito chiaro, sarebbe diventata una di quelle leggende americane destinate a durare nel tempo. Si trattava de Il Grinta, di Charles Portis, la storia di una ragazza straordinariamente coraggiosa decisa a vendicare il padre assassinato con l’aiuto di un malandato tutore della legge di frontiera e di un onesto Texas Ranger, con i quali si imbarca in un epico viaggio attraverso il selvaggio Territorio Indiano alla ricerca dell’assassino. Impreziosito da uno humor secchissimo, ricco di personaggi rozzamente individualisti e di tematiche squisitamente americane, il romanzo cominciò a vivere di vita propria. |
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Le parole “true grit” (True Grit è il titolo originale, oltre che del film, del libro di Portis, pubblicato in Italia nel 1969 col titolo Un uomo vero per Mattie Ross e più di recente come Il Grinta) divennero sinonimo di quell’ostinazione e del coraggio che sorreggono una persona in circostanze complicate. Due dei valori alla base del vero spirito americano. Ma nella storia di Portis c’era molto più del semplice coraggio. Narrata con crudezza dalla zitella durissima in cui Mattie Ross si trasforma in seguito, è il manifesto dell’irrequietezza del personaggio americano e dell’eterno conflitto tra il desiderio di avventura e il bisogno di mettere radici, tra la volontà di rimediare ai torti e le conseguenze di tale volontà che si ripercuotono su anima e corpo. I personaggi di Mattie, Rooster Cogburn e LaBoeuf sono costretti infatti a confrontarsi non solo tra loro e con il ricercato che inseguono, ma con i loro stessi cuori indecisi tra ciò che desiderano e ciò che è giusto. |