|
CITTA' APERTE 2010 AL MARTA |
|
Allestita al MARTA di Taranto, nello spazio destinato a esposizioni temporanee, la mostra è incentrata sulla figura di Dioniso, divinità complessa, dio del vino e dell’ebbrezza, le cui molteplici sfaccettature emergono attraverso le straordinarie immagini riprodotte sulle ceramiche figurate, sulle terrecotte, sulle monete. |
![]() |
Durante le aperture prolungate l’A.P.T. ha predisposto un servizio di visite guidate gratuite affidato ad archeologi di cooperative e società operanti sul territorio: alle ore 20.00 al percorso espositivo del MARTA e, a seguire, alle ore 21.15 alla mostra La vigna di Dioniso. Inoltre, sempre gratuitamente, gli assistenti dell’area della vigilanza del MARTA accoglieranno ed illustreranno le caratteristiche delle collezioni permanenti del museo alle ore 20.30 e alle ore 21.30. Per le visite guidate è necessario prenotare telefonando al numero 099/4532112. Anche nella fascia di orario prolungato l’ingresso al museo è a pagamento: biglietto € 5,00 (esoneri e riduzioni come da normativa). |
|
L’offerta culturale di Città Aperte 2010 prevede, inoltre, l’apertura straordinaria della “Tomba degli Atleti” di via Crispi, 2 (dal 17 luglio al 22 agosto, il sabato e la domenica, dalle ore 19.30 alle ore 22.30), in modo da collegare direttamente il percorso della mostra allestita nel museo al monumento funerario. |
![]() |
La tomba a camera di via Crispi è il maggiore monumento dell'architettura funeraria tarantina di età arcaica (fine VI - inizi V sec. a.C.). Fu rinvenuta e scavata in due fasi nel 1917 e nel 1922. Di pianta quadrangolare, era interamente costruita in opera quadrata e pavimentata con blocchi di carparo locale: lo spazio è concepito ad imitazione di un andròn, la sala da banchetto riservata agli uomini nella casa greca di età arcaica, all'interno del quale si trovavano le klinai (letti) addossate alle pareti. Questa tomba è concepita proprio come una replica di un andròn reale: in stretta analogia con quest'ultimo ritroviamo la porta di accesso fuori asse per agevolare l'alloggiamento dei sette sarcofagi che, come le klinai, sono accostati tutt'intorno alle pareti, a perpetuare nella struttura tombale il tipo di rapporto che identificava in vita i defunti, utilizzando una soluzione simbolica, quella dell'andron, chiaramente allusiva al loro status. Grazie anche al ricco corredo tombale sappiamo, dunque, che si trattava di una sorta di cappella sociale destinata ad atleti dell'aristocrazia. |