KARLHEINZ, artista romano sempre alla ricerca di contaminazioni sonore sulla sua “techno fusion”, ha creato Licht, un nuovo strumento musicale che crea suoni partendo dall’interpolazione luminosa.
Il sistema sonoro digitale di Licht è composto da elementi che generano suoni in modo interattivo e costante. Lavora ad alta frequenza di campionamento: prende informazioni da sensori laser di grado industriale ed li elabora per comandare strumenti MIDI che emettono suoni. In pratica, permette all’artista di fare musica partendo dalla luce.
Il sistema di Licht è gestito attraverso un chip in grado di elaborare le informazioni a 100 MHz ed è completato da un’elettronica personalizzata ed un software interno per coordinare il tutto. Il case è stato invece realizzato ispirandosi al colore ed alle geometrie del logo.
Per adesso, KARLHEINZ, che è all’anagrafe si chiama Francesco Manu ed è anche un eclettico imprenditore, non commercializzerà il suo Licht, ma lo userà esclusivamente per le sue performance.
Eccome come l’artista romano racconta la sua avventura, ovvero la creazione di Licht.
“Più o meno cento anni fa, nel 1919, mentre il suo paese si trovava nel mezzo della guerra civile, il fisico ed inventore russo Léon Theremin, creò un nuovo strumento musicale a cui dette il suo nome. Io, nel mezzo di una guerra di “vita”, per il mio Licht ho fatto un po’ lo stesso. Licht significa “Luce” e trae piena ispirazione dall’omonima opera del 2003, del Maestro Stockhausen (scomparso nel 2007, Karl Heinz Stockhausen è considerato uno dei più importanti compositori del XX secolo. Il nome artistico KARLHEINZ è ovviamente anch’esso un omaggio al compositore tedesco, NDR). Nel caso di Theremin, la ‘scoperta’ del nuovo strumento fu in qualche modo casuale: mentre lo scienziato lavorava su dispositivi atti a misurare la densità dei gas nel vuoto, si accorse che queste apparecchiature in determinate condizioni producevano dei fischi. Questi fischi variavano di frequenza all’avvicinare ed allontanare le mani dai circuiti… Vedere le mani che si muovono nell’aria, senza mai toccare lo strumento direttamente, producendo suoni, è pura magia. Io, invece, per Licht sono partito dalla musica e dallo show. Dopo questo periodo forzato di chiusure dovute al Covid-19, cosa avrei portato sul palco? Come potevo cambiare il mio set? Come potevo incuriosire e stupire il mio pubblico? Oltre a produrre la mia musica, come potevo differenziarmi? Ho iniziato questa avventura studiando il Theremin nel dettaglio, partendo da lontane reminiscenze di matematica ed elettronica. Avevo anche pensato di giocarci e magari con un po’ di pratica, di integrarlo nel mio set, con la speranza che potesse creare curiosità e dare un qualcosa in più. Subito però mi sono reso conto, che nel buio dei club, si sarebbe visto ben poco. Ecco quindi la mia idea: e se invece che trasdurre suoni per “prossimità fisica”, si potesse realizzare una conversione di interpolazione luminosa?”. Sono riuscito a rispondere concretamente a questa domanda, dopo oltre un anno di analisi, laboratorio e vari chip bruciati… realizzando il Licht. Ora, l’idea è diventata realtà. Esiste, lo suono e mi diverte tantissimo. Non ho realizzato tutto da solo. Mi sono confrontato con il mio fraterno amico Andrea Pastina, esperto di tecnologia a 360 gradi ed abbiamo coinvolto nel progetto un partner fondamentale, ovvero Leonardo, Stefano e Rosita, gli ideatori di SPAZIO CHIARALE. Ci tengo a specificare che sono profondamente innamorato di loro. Sono di quelle persone con le quali il tempo vola. Passeresti giorni e giorni ad ascoltarli, pieni di contenuti, competenze e passione. Oggi, questo strumento musicale non esisterebbe, quindi a loro grande merito. Un altro grande grazie va sempre ad HALDO, con il quale abbiamo lavorato, dopo la realizzazione dello strumento, sull’accordare e gestire il suono”.
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